Rossetto  Luigi pittore
 

STUDIO ESPOSITIVO LA RINDOLA
Via Rancani,69 DURLO di CRESPADORO (VI)
 

Vivo ed opero ad  ARZIGNANO  (VI) Via PO, 53\1 

telefono  335 8367709  fax 0444.676690 
Eseguo opere ad affresco su commissione, restauro affreschi e olii.  
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rossettoluigi@libero.it
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                                    “ BLACK FULL IMMERSION by ROSSETTO”

              Prefazione critica di Max Paggin alla mia 46esima mostra personale Alla vernissage del 24-04-2010
                                 c/o B.live caffè – Villa Brusarosco di  Arzignano (vi)

                                          “Dalle notti insonni dell’Italia ai giorni di Tartaglia”

In questa esposizione il pittore Arzignanese Luigi Rossetto perde quella patina incantata di poeta innamorato della "sua" Lessinia.
I colori tenui e soffusi che lumeggiano il bucolico paesaggio, scompaiono, lasciando il posto a un tratto severo, essenziale, che sottolinea, con una straordinaria carica pregna di pathos, circostanze e protagonisti di un periodo storico inquietante.

E’ l’Italia degli  "anni di piombo": pagine di cronaca   "metabolizzate""  dall’autore e ripercorse in " punta di pennino " con attonita sofferenza.
La freschezza del tratto "micidiale" - quasi un flash- nel cogliere l’avvenimento "in fieri", guida l’osservatore pilotandolo in itinerari gnoseologici inesplorati.
Un procedimento narrativo di carattere mimetico [(da mimesis-greco-imitazione)]a ritroso, coinvolge e sconvolge all’unisono ideali e assiomi stessi dell’autore.
Il sentore aspro del dubbio permane assieme al tono amaro dello sconforto generando note espressive discrasiche.

L’immagine è essenziale, scarna, sembra quasi collocata alle scaturigini del reticolo tipografico (della foto sul quotidiano) .

Anche se queste tavole sono pezzi unici, create singolarmente- al tratto – dall’artista Rossetto, possono trarre in inganno per la somiglianza dell’impostazione grafica – all’incisione all’acquaforte.

L’acquaforte- lo ricordiamo – è una tecnica di stampa che si avvale della morsura dell’acido nitrico sulla lastra di zinco e produce un segno netto "affilato" che non ammette pentimenti.

L’iter di Luigi Rossetto in questa esposizione può accostarsi a una sorta di magico realismo con implicazioni espressionistiche.

Le tavole a china rappresentano una società profondamente cinica sottolineata da un grafismo freddamente oggettivo, con accentuazioni emozionali e tensioni espressive spesso grottesche che in taluni casi arrivano al caricaturale.

Un tratto caricaturale sullo sfondo di apocalittiche e violente vedute urbane sottolinea una "nouance"  segnatamente politica.

Le deformazioni dell’espressionismo a le semplificazioni del disegno dell’immaginazione popolare conferiscono una cruda incisività scenica, mentre i vari piani della narrazione sottolineano l’azione con evidenza quasi cinematografica.

L’identità di percorso sviluppata porta Luigi Rossetto molto vicino al movimento artistico della "NEUE SACHLICHKEIT"

= leggi noie saclikait=  sviluppatosi in una Germania annichilita dopo il primo conflitto mondiale.

(anni 20-30)
Sono comuni i riflessi e gli impedimenti polemicamente narrativi associati a una realistica utilizzazione dei mezzi espressivi che sfociano nell’impegno e nella protesta sociale non alieni pure da una condanna dell’amara vita contemporanea.

Talvolta la voluta elementarità della fattura – di grande vigore evocativo – ricrea un’autentica poesia figurativa, poesia figurativa sospesa e fluttuante sia nella battuta d’arresto sia nella ricostruzione del soggetto;poesia figurativa che coinvolge e nel contempo sommerge liberando emozioni e sentimenti mai sopiti.

 Vicenza – 24-04-2010      Max Paggin

 

Nota critica di Francesco Mezzaro   pag. 10 di  Realtà Vicentina n° 3 di Febbraio 2010
 

Cinquant’anni di tragedie italiane: Rossetto torna a far parlare di sè 

Dal Vajont al caso Tartaglia, in primavera una personale che fa già discutere 

(F.M.) Una personale di pittura che sicuramente farà discutere. La mostra che Luigi Rossetto si prepara a presentare ad Arzignano a primavera ha già iniziato a far parlare di sé. D’altronde, i manifestini che circolano per il centro città spiegano già tutto un programma: “18 Grandi Tragedie Italiane – dalle notti insonni dell’Italia ai giorni di Tartaglia”. Rossetto, pittore controcorrente, noto anche a livello nazionale per le tante mostre tenute in giro per la penisola, non è nuovo a raccontare attraverso i suoi quadri fatti e misfatti della nostra storia. Le sue denunce hanno sempre trovato positivi riscontri di pubblico e critica. Non solo denunce ambientali contro l’inquinamento e lo sfruttamento del nostro territorio, ma anche e soprattutto sempre dalla parte degli ultimi con uno sguardo verso sogni infranti e panchine negate.

Dal Vajont a Piazza Fontana, dalla morte di Pasolini all’Icmesa di Seveso, fino alla strage di Bologna, dalle Brigate Rosse al rapimento Moro, dalla P2 all’attentato a Papa Woytila e alla strage di Capaci, avanti fino alle morti sul lavoro alla Thyssen Krupp, stavolta i suoi lavori sono un rincorrersi attraverso la storia italiana, fino ai nostri giorni con il caso Tartaglia.

“Mi sento libero, condizionato solo dalle mie idee, dalla mia sensibilità e dalla mia originalità. Con questa mostra ho dipinto un passato perduto che però è presente sulle mie tele e rimarrà per sempre su quelle tele. Ho fatto di ogni immagine della memoria un luogo privilegiato dove contano solo l'umiltà, la poesia e la magia. La mia è una pittura controcorrente perché dipinge il silenzio. Il mio colloquio con le cose è diventato sempre più profondo, libero e sereno. Ritengo la mia pittura una provocazione, anche se pochi lo capiscono”.

La personale del pittore arzignanese sarà ospitata al B-Live Cafè di Villa Brusarosco, il locale cult  della città del grifo dove sono passati altri interessanti artisti vicentini, come di recente il fotografo Federico Bevilacqua. Intanto, in attesa della prossima primavera, Luigi Rossetto anticipa in Facebook i lavori dedicati alla tragica storia d’Italia, social Network dove è altrettanto conosciuto perché condivide l’amicizia con quasi un migliaio di altre persone.
 

foto by Federico Bevilacqua - Arzignano(VI)
 



Luigi Rossetto: ritorno alla natura

- Eva Dallari, Febbraio 2010, giornalista di Kyoss e Giornale di Vicenza -
"in occasione delle mostre del 2010  B.LIVE CAFFE'  di Arzignano e La Rindola di Durlo"

 

Luigi Rossetto è così: passionale,istintivo, senza mezze misure. Può fare a meno di firmare i suoi quadri, tanto la sua impronta di uomo e di artista è inconfondibile: colori accesi di una natura interiore che lo scuote nel profondo e gli rivela paesaggi dal vitalismo primario, fuori dallo spazio e dal tempo. Rossetto dipinge con una zampata impressionista che lascia il segno, intrisa di un colore dall’impasto denso e luminoso che sembra trasferire sulla tela, non l’immagine, ma la materia organica del paesaggio. Alberi, campi, fiori, le inconfondibili antiche contrade delle nostre parti abbracciano dalla tela i cieli azzurri della nostra Valle. Il colore chiaro che stempera la foga nella pennellata diluita. In questo ritorno alla natura apparentemente placato Rossetto in realtà comunica, per contrasto, tutta la passione per i nostri luoghi, i nostri paesaggi. Sente sempre di più che la natura della Valle dà fiato e di questi tempi ne abbiamo tutti bisogno. Mi piace pensare che un giorno il suo albero, i suoi campi, i suoi fiori, le sue contrade resteranno, e anzi forse già lo fanno, il segno della storia di un artista della Valle.

 
EMOZIONI ISTINTUALI

nota di Walter Nicolosi

Luigi Rossetto è un pittore che ben conosce ed utilizza svariate tecniche pittoriche e disegnative, quali l'olio, la tempera, il gessetto, il pastello, la china, l'incisione, l'affresco e l'acquerello.Tale duttilità si riscontra anche nelle tematiche e nei soggetti raffigurati, poichè l'artista rifugge dalla strereotipazione delle proprie opere e crea, in ogni dipinto, un universo e sè stante, non non correlabile con gli altri, compone un'agglutinazione di emozioni istintuali, nate nell'istane in cui avverte la volontà di esternare la concreazione delle sue intuizioni, che eludono l'inesorabile selezione dei ricordi operata dal tempo.
I suddetti quadri spaziano dall'osservazione della natura al sogno permeato dalla mitologia e dalla leggenda, ma sono tutti originati da una sensazione percepita  e poi rielaborata da subinconsio, in cui realtà e fantasia, ma in pari e stabile misura, si compendiano reciprocamente e mediano tra l'esigenza di autentico realismo e la necessità di apporre  un personale contrassegno dell'anima ad ogni interpretazione pittorica del mondo e dei suoi abitanti.

Walter Nicolosi (critico d'arte) 2008
pubblicata su: www.mdarte.it
 
 

10 Marzo 2009
INTERVISTA 
di Valeria Sulpizii di Glamourtv a Luigi Rossetto .
Cosa coglie nel soggetto che ritrae?
M
i sono chiesto tante volte cosa colgo nel soggetto mentre  lo realizzo e dopo averlo dipinto: da molti anni oramai posso dire che l'esperienza m'insegna che non devo uscire dai binari della mia lunga carriera
artistica come pittore impressionista ... segue

WWW.GLAMOURTV.IT



(Arzignano 08-10-2007) 
     


Un chemin de couleurs

 ‘Un chemin de couleurs’ – in italiano – era il titolo che avevo pensato per questa mostra d’autunno ad Arzignano, presso la nuova e bella sede della Cassa Rurale de Artigiana di Brendola.

Ma Luigi ha detto che, dopo la mostra di questa estate dal titolo in inglese ‘Leit Motiv’ (cioè l’aspetto costante che ricorre con frequenza un una attività artistica), gli sembrava opportuno riservare una attenzione ai suoi committenti francesi e quindi mi proponeva la traduzione ‘Un chemin de couleurs’.

Che poi, gli suonava anche meglio perché la lingua francese è da sempre la più musicale, per non dire che è proprio la lingua dei grandi pittori post impressionisti (dei quali ricordiamo per chiarezza i maggiori e cioè Cèzanne, Gauguin,  Rousseau, Seurat, Toulouse-Lautrec e Van Gogh, alla schiera dei quali lui stesso si sente, ed è stato dai critici dell’arte, arruolato.

D’altro canto la internazionalità delle mostre di Luigi Rossetto e l’allargata conoscenza delle sue opere in ambiti fuori dall’Italia sono diventate una evenienza logica della intelligente divulgazione attivata con l’accattivante sito web.

Per non dire delle circa 150 mostre collettive e le 42 personali (la presente è dunque la 43esima) che hanno consentito a migliaia di visitatori di vedere e di apprezzare personalmente i suoi quadri.

Anche la schiera di critici e di giornalisti che hanno scritto di lui supera ormai il centinaio e dunque non appare semplice aggiungere qualcosa di nuovo.

Mi sembra dunque opportuno, prima di fare osservazioni diverse, sottolineare alcuni aspetti della pittura di Luigi che costituiscono dei punti fermi.

Il primo che deve essere confermato è quello già individuato da Gerardo Cossio nella presentazione della prima mostra personale del 1982 a San Bortolo di Arzignano: “Il paesaggio è il soggetto più caro all’artista; reso con fresca spontaneità, affidandosi ad un repertorio delicato e vibrante, ad un misurato senso tonale, ad un originale verismo.”

Si deve oggi precisare che questi paesaggi (che costituiscono oltre il 50% di tutte le opere di Rossetto)appartengono per la maggior parte alla Valle del Chiampo. Molti proprio all’Alta Valle, paesaggi di Durlo, dove Luigi ha fissato la sua seconda dimora e trasferito il suo studio più intimo e quieto.

Si può pensare che un territorio cos’ ristretto potrebbe incappare in una specie di rapido esaurimento degli scorci e delle atmosfere da ritrarre. A Rossetto ciò non succede perché è capace di rinnovare entro di sé e trasferire sulla carta o sulla tela infinite variazioni delle vedute che osserva anche quotidianamente. Talora il suo ricordo cancella gli elementi incongrui che si sono sovrapposti alla semplicità armoniosa della scena da lui immaginata. Altre volte è l’atmosfera (spesso il cielo e la luce) che muta; talora i colori che si frammischiano e pur resistono immutati quando tracciano il cammino senza tempo nei cambiamenti delle stagioni.
All’occhio dell’osservatore – anche a quello che ha frequentato spesso le splendide contrade dell’Alta Valle – alcune immagini suscitano piacevole sorpresa, talora anche stupore perché sono percezioni d’artista, di un artista innamorato della sua terra.

                Osserva infatti acutamente in una Presentazione del 1997 il critico d’arte Giuliano Menato:” Luigi Rossetto, a differenza di altri, è capace di raggiungere, in alcuni quadri, la riproduzione mimetica del dato oggettivo. Ciò succede quando l’uso del mezzo espressivo – disegno e colore – si piega a cogliere atmosfere che si percepiscono con la sensibilità dell’animo, non solo con l’acutezza della vista.”

Se la tematica del paesaggio predomina ed attrae in modo particolare l’attenzione del visitatore ed anche dell’appassionato acquirente, non si devono dimenticare altri generi nei quali Rossetto si distingue: le nature morte, per esempio, e specialmente - a mio parere – certe composizioni legate al mondo del “C’era una volta”: il mondo fantastico delle Anguane e quello, dalle atmosfere struggenti, dei Cimbri.

Sarebbero generi da descrivere più dettagliatamente e spero che non mancherà l’occasione.

Per restare invece a questa Mostra, avviamoci lungo il suo cammino di colori,pensando che in futuro altri
(e del pari sempre sorprendenti ) ne avremo da percorrere perché la sua esuberanza e l’effervescenza creativa di Luigi, come il suo sorridente ottimismo, non sono certamente giunti al capolinea artistico.

 (Arzignano 08-10-2007)                                                      Antonio Lora                                                              

 Prefazione critica del Dr. Antonio Lora in occasione della mia 43esima mostra personale di pittura ad Arzignano dal 8 ottobre al 31 dicembre 2007,  ringrazio pubblicamente  Antonio Lora per questa sua prefazione critica, e  assieme all’istituto bancario cassa rurale ed artigiana di Brendola  filiale di Arzignano per ospitare la mia personale di pittura.

 

 


da :Vincenzo Raimondi

Il Maestro 

Andrea era uno studente universitario, Scienze della Comunicazione si chiamava pomposamente il suo corso di studi. Verso la fine del terzo anno un professore assegnò ad ogni allievo il compito di fare un'intervista. Scegliessero loro
 a chi ma che andassero sul campo a fare un po' di  pratica di giornalismo. Pensa che ci ripensa, Andrea decise
di intervistare un vecchio amico di suo padre che di professione faceva il critico d'arte. Era la persona più famosa cui poteva avvicinarsi, un uomo dalle cui parole dipendevano le fortune di molti pittori.

Telefonò, si presentò e ottenne un appuntamento. Il vecchio con la barba bianca fattolo accomodare, senza tanti preamboli, attaccò: ” Penso che vorrai sapere come si diventa critici d'arte o, meglio come lo sono diventato io? Andrea si limitò a chinare la testa. “Da bambino amavo molto disegnare e dipingere. Disegnavo su tutto quello che
mi capitava, addirittura facevo due disegni sullo stesso foglio usando le due facciate. Una zia compassionevole una volta mi comprò un acquerello; forse, ripensandoci, la sua fù un'opera di misericordia. Prima di arrendermi all'evidenza del fatto che le mie opere facevano schifo, sempre da bambino, ho provato però persino con l'affresco, ne parlerò fra poco. Alla sera, specie d'estate, uscivo sovente con mio padre; avrò avuto circa otto anni. Le tappe, serata dopo serata, erano  di volta in volta sempre uguali. C'era quella dal calzolaio, mastro Pietro, che lavorava alla luce di una lampada che pendeva dal soffitto; a causa di un paralume accoppato l'unica cosa illuminata era il suo banchetto da lavoro, tutt'intorno buio pesto. Il filo che tratteneva la lampadina era avvolto da una carta moschicida che usciva da un bossolo calibro 12. Quando una mosca si attaccava alla colla per un attimo la luce oscillava, sia
pure di poco, ed illuminava ora una ora l'altra delle locandine cinematografiche che tappezzavano le pareti dell'angusto locale. La morte dell'insetto era la vita di “Via col vento” o di “Uomini e lupi”, solo un flash. Lì ho imparato ad osservare e a studiare gli effetti che la luce può dare. C'erano le serate dal sarto, Michelino, dove la discussione era la caccia e Dio solo sa quanto non abbia sentito osannare la bravura di questo o di quel cane o la potenza di questa o di quella cartuccia. Lì ho imparato l'enfasi e la retorica. C'erano le serate nell'ambulatorio del dottore Cangelosi che praticamente era un ospedale personificato, anche qua il tema era sempre la caccia ma il tono della discussione era alto e poi non ero mai sazio di storie di cani e non mi perdevo una battuta. Qua ho imparato il valore della cultura. C'era la sera dal gommista, Lorenzino, qua la caccia non era il sempre ricorrente tema, diciamo che si spaziava sulle vicende paesane. Il Lorenzino è importante perché una sera mi regalò un bel pennarello rosso.
Era un pennarello ceroso, grasso, serviva per scrivere sui pneumatici. Mi disse: “Vai a casa e fai un bel disegno sul muro”. Io a quei tempi vivevo a casa con i nonni e tutto l'edificio, dentro e fuori, era imbiancato a calce. Educato all'abbedienza, allora era ancora una virtù, scelsi una parete del soggiorno particolarmente linda e illuminata e col rosso pennarello del Lorenzino mi accinsi a realizzare il mio primo affresco. Debbo presumere che non deve essere stato particolarmente bello perché l'indomani mio padre chiamò un muratore che diede, prontamente, un'altra mano di calce alla parete ricoprendo la mia opera. I rimproveri non dovettero essere pesanti, infatti non ne ricordo, ma io da allora ho interrotto la mia carriera di pittore. Delusione nessuna, non mi sono buttato dalla finestra; semplicemente mio padre mi impedì di diventare un inutile imbrattatele. L'episodio evidentemente mi fece riflettere, mi fece fare autocritica. Da grande però l'amore per l'arte riemerse, allora ho miscelato quanto appreso in gioventù
e mi sono messo a fare il critico che è un modo comunque per stare in mezzo alle tele; altre domande?”
Andrea spense il registratore, aveva tutto ma lo riaccese: “ Mi scusi, se non ho capito male, Lei da grande non ha praticamente mai dipinto eppure tutti lo chiamano Maestro e Lei stesso si firma con questo titolo”. “Nulla di misterioso, giovanotto, non rubo nulla a nessuno. Io ho frequentato le magistrali e anche insegnato, per qualche tempo, moltissimi anni fa ai bambini. Maestro lo sono davvero”.
Un' ultima domanda: "Qual'è il pittore contemporaneo che oggigiorno le piace di più?".
Risposta facile: "Luigi Rossetto di Arzignano in provincia di Vicenza".

Vincenzo Raimondi

 

 

 



 

da "IL GAZZETTINO" Martedi 15 Maggio 2007 

"Da Roma a Durlo di Crespadoro, il pittore Luigi Rossetto espone i suoi quadri che parlano di ambiente" di Paola Frighetto

VALLE DEL CHIAMPO - Luigi Rossetto ha inaugurato sabato scorso la rassegna d'arte contemporanea a Roma: "Acqua, sorgente d'amore", dove espongono altri 34 artisti. La mostra rimarrà aperta per una settimana, e sarà visitabile dalle : 10,35 alle 12.30 e dalle 16 alle 20 al Centro Internazionale OAD in via del Corso 45, appunto nella capitale. Per il consueto appuntamento estivo invece, cui Rossetto da anni ormai ci ha abituato, sarà "Meta dì un viaggio", il leit motjv della 42° mostra personale di pittura di Luigi Rossetto. Sarà allestita allo studio/galleria "La Rindola", in via Rancani 69 dal primo al 26 agosto, a Durlo di Crespadoro.
"Ho visto una Durlo ridente, vestita dì verde primaverile e di tarassachi, ancora salva dagli strepiti della nostra presunta civiltà; non occorre tanto per accorgersi che lassù abita ancora il Silenzio, così ben sottolineato dal maestro De Marzi. Abbiamo ascoltato il canto dell'acqua, le voci di galline, cavalli, pecorell. Due soli uomini dialogavano con buona voce in Gaiga. Ma, mi lasci dire, caro signor Rossetto, lei ha restituito le anime al paese!
E da lì non vanno più via. Nel silenzio, parlano le donne alla fontana, gli uomini dediti allo sfalcio dell'erba, ì bambini che giocano, il fornaio che ti vedi improvvisamente alla finestra e quasi senti l'odore del pane, e ancora altri...
Non vedo l'ora di ritornare, andrò a "vedere" anche le genziane e m'informerò della salute del cavallo più bello del mondo, con quella gamba azzoppata che potrebbe costargli la soppressione. Ahimè!" Con queste parole la scrittrice vicentina Giannina Gaspari ha commentato una sua recente visita a Durlo, paese dei  murales, dipinti da Luigi Rossetto, luogo da lui scelto perché ricco d'ispirazione e creatività.
Nei mesi da maggio a luglio lo studio sarà aperto ai visitatori, tutte le domeniche (informazioni cell.3358367709, teI.0444676690, www. rossettoluigi.it, rossettopittore@gmail.com). La mostra sarà aperta (ingresso libero) tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 18.30; per l'occasione, sarà possibile ammirare 40 nuove opere dell'artista, chiamato anche a partecipare alla manifestazione "I muri raccontano" a Guardia, piccola frazione di Folgaria (TN) che ogni due anni richiama artisti da tutta Italia per decorare le mura di abitazioni ed edifici.

 Paola Frighetto


 

 




 

Luigi Rossetto e i silenzi di Durlo nella personale a La Rindola

Agosto in relax e pittura “en plein air” 

Francesco Mezzaro

 Basta cliccare sul computer il suo nome per trovare in Internet due o tre siti che parlano di lui.

Stiamo parlando del pittore arzignanese Luigi Rossetto, che oltre alla poesia dei suoi quadri è stato bravo a ispirarsi anche on-line.

Luigi Rossetto è nato un po’ in collina, nell’alta Arzignano, dove la sua casa, che ha sempre amato, controllava la pianura e abbracciava con lo sguardo le perdute montagne sullo sfondo. Stabilitosi poi nella più tranquilla San Zeno, dove altri silenzi ora si incrociano con canti e dolci sapori orientali, ha trovato nei momenti di riposo la sua distensione a Durlo, nella più amata Valle del Chiampo, dove ora è di casa.

Oggi nei suoi pensieri c’è “La Rindola”, il suo covo, dove porta le cose più care e dove trova ispirazione nei momenti migliori.

Post-impressionista, di questo bravo pittore, approdato ormai alla notorietà con molte segnalazioni di stima anche fuori dalle mura amiche, alcune sono le caratteristiche fondamentali che lo contraddistinguono: il paesaggio, dal quale sa trarre il meglio di sé, e la trasfigurazione poetica della natura.

Amante del “grottesco”, come lui stesso si definisce, sa usare bene anche altre tecniche, come il saper esprimersi in tematiche espressioniste, la mitologia, il mondo del lavoro, il sociale e la realtà quotidiana.

E mentre gli altri “colleghi di pennello” si beano in atmosfere parigine più grandi di loro, Rossetto sbalordisce per i continui apprezzamenti da ogni dove e per la sua accattivante disinvoltura nel farsi amare.

Non c’è niente da fare, Luigi Rossetto è un pittore che non va raccontato, bisogna incontrarlo per conoscerlo a fondo e per apprezzare le sue tele.

E allora l’occasione migliore e visitare la personale di pittura agostana “Durlo en plein air”,  allestita nella sua seconda casa sui monti, che lui da bravo artista ha chiamato con affetto La Rindola.

La personale di Rossetto è indubbiamente di rilievo e piacevole, come non sempre è facile trovare ai nostri giorni. Le opere esposte mettono in luce la maestria ed insieme la serietà professionale dell’autore, per il quale la pittura è ancora qualcosa che nasce principalmente dal di dentro e si intrinseca in forme percettibili, leggibili e dignitose.

Poi all’aria aperta, come sosteneva Cézanne, le cose riescono meglio: "i quadri in studio non saranno mai buoni come quelli fatti all'aperto, en plein air, appunto".

 

“Nella natura ritrovo me stesso” 

“Nel silenzio delle piccole cose ritrovo me stesso.” E’ l’artista Rossetto a parlare: “L’incanto di  dipingere a Durlo, di creare nei ritrovati silenzi della nostra valle trovando la giusta ispirazione. Lassù si vive ancora un’atmosfera diversa, la stessa che si respirava nella mia casa in collina, a un passo da Calvarina, dove ho vissuto la mia infanzia e dove la possibilità di ritrovare se stessi è ancora viva.

In ogni caso è il contatto con la natura e gli elementi che la circondano quello che da sempre vado cercando: i boschi, il canto degli uccelli, le ultime contrade e chi ancora ci abita, le strade assolate, il lavoro nei campi, i pomeriggi d’estate e il frinire delle cicale, la notte e le lucciole a tenerla accesa. Ad affascinarmi poi ci sono i personaggi che scaturiscono dalla cultura e dalla tradizione popolare, che ancora molti ricordano essere appartenuta alla propria infanzia: le strie, le anguane, i salbanei, gli orchi e i folletti che vivono il bosco, così misteriosi e fantastici.

Ne La Rindola, dove scappo quando ho un attimo di tempo ritrovo me stesso; lì permanentemente espongo le mie opere e incontro quanti vengono a trovarmi. L’incontro con i miei fantasmi e i miei colori e sempre accompagnata da una chiacchiera e da un buon bicchiere di vino.”

 

Francesco Mezzaro / Punto Ovest, agosto 2006

 




 


Silenzi e colori il respiro della mostra nella gradevole atmosfera di Durlo

LE BELLE COSE DI ROSSETTO

A Durlo di Crespadoro, nell’alta Valle del Chiampo, torna ad esporre il fantastico artista arzignanese Luigi Rossetto. L’appuntamento agostano è a La Rindola, dove nei momenti di riposo il pittore ha trovato pacificante rifugio.

Particolarmente sedotto dai silenzi della natura, è nei suoi colori che tuffa la sua ispirazione migliore.

Infatti, la personale si sviluppa tutta intorno al tema della natura e in particolare quella amata della Lessinia e dei suoi personaggi, dove le cose regalano positivi pensieri.

Da sempre lontano dall’astrattismo, Rossetto, che si definisce amante del "grottesco", ha sempre tenuto fede a un suo ideale pittorico secondo il quale colori e sensazioni devono fondersi al costante amore per la pittura di paese, intesa come rapporto sentimentale con il paesaggio.

Pittore da una quarantina d’anni, ha esposto le sue opere in mezza Italia, facendosi apprezzare anche oltre confine. A questo proposito è facile ricordare la recente personale a Corniglia, nelle Cinque Terre liguri, non ultima di tante mostre dove Rossetto ha colto ancora nel segno.

Apprezzato per il suo semplice modo di fare, suoi quadri sono entrati anche nelle case di personaggi famosi, tra i quali: Giulio Andreotti, Fausto Bertinotti, Marco Paolini, Suor Germana, Alba Parietti, Christofer Lambert, Bruno Gambarotta, Luciano Lama. Molte sue opere si trovano in Italia e all’estero in collezioni pubbliche e private

La mostra agostana si intitola "Durlo en plein air", una personale che rimarrà aperta per tutto le ferie nel piccolo centro turistico di Durlo. Assolutamente da visitare.

Francesco Mezzaro / Il Giornale di Vicenza, agosto 2006

 

 


 

 

di Ciro Addari scritto e pubblicato sul  web  “CAD-ARTE”  (sito d’arte) 10 ottobre 2006

 

“ Sono molto felice di ospitare un’altra galleria nel mio sito, è la volta dell’arzignanese Luigi Rossetto, un artista completo capace di creare opere uniche traendo ispirazione dal bellissimo territorio di Arzignano. Le Sue opere, che raccolgono sempre consensi dalla critica, sono realizzate con diverse tecniche, dall’olio all’acquerello, dagli affreschi ai pastelli,  Luigi Rossetto trasmette sempre alle Sue opere passione e armonia.” Ho deciso di riportare qui di seguito un articolo tratto da “IL GAZZETTINO” di Stefano Ferrio perché riesce a descrivere Rossetto per quel grande artista che è.  (Ciro Addari)  www.cad-arte.it

 

* vedi sotto l’articolo da “IL GAZZETTINO” di Stefano Ferrio



 

DIARIO VICENTINO 

                                                 A DURLO DIPINGE CEZANNE. ANZI, ROSSETTO

 VICENZA, 30 AGOSTO

 Hai voglia a dirgli che una certa sua pittura emana un rapporto con la “materia naturale”
tipico di chi ha un po’ di Cezanne nel cuore. E’  il momento in cui LUIGI ROSSETTO, arzignanese
di 48 anni, addetto alle pulizie con mansioni da factotum della Ferrari Ventilatori, ti risponde candido di “snobbare” da sempre il sommo paesaggista della coscienza. " In realtà - dice – mi sento più portato verso Pissarro e Sisley tra i francesi, Munch tra i nordici ". Di tutti parla con rispetto, ma senza ombra di reverenza, Luigi Rossetto che, pur sapendo benissimo di non essere né impressionista né un espressionista, gode della semplice grazia di raccontare il mondo usando i colori. Un talento che trabocca con spudorata innocenza nell’aurea densa e radiosa da cui sono avvolte le sue opere. Che scelga di dipingere un imbarco al lago di Fimon, un bosco fatato nell’alta valle del Chiampo, una Lessinia sepolta dalla neve o due trote appena pescate a Ferrazza, Rossetto lo fa “dal vivo”, come ama dire lui: diventando medium di una luce che, attraverso il suo pennello, si posa sulla tela.

Se ne sono accorti in molti, di questo dono. Non solo nella valle del Chiampo, dove anche  quest’estate hanno affollato la personale aperta nella sua galleria-studio agli 800 metri di Durlo (per informazioni telefonare al 3358367709). Ma anche in luoghi più lontani, compresa la Francia dell’attore Christopher Lambert, che anni fa acquistò un Rossetto per la propria collezione d’arte. “Ho perso il conto di quanti ne ho venduti – confida il pittore. – So solo che a tutti i miei quadri, prima di lasciarli andare, ho dato un bacio”. Proprio perché sono “vivi”.

                                                                                                                                                                                                               Stefano Ferrio

 Da IL GAZZETTINO  (DIARIO VICENTINO)  30 agosto 2006
In occasione della mia 41° personale “DURLO EN PLEIN AIR”  galleria  LA RINDOLA
  

“ un mio sincero ringraziamento al  giornalista Stefano Ferrio”

 


 
 (Prefazione critica di BEPI DE MARZI in occasione della mia 39/a  personale a TEZZE DI ARZIGNANO 2006)          7  gennaio 2006                                    

Per Luigi Rossetto è finito il tempo del candore.
E candore, talvolta, voleva dire anche piccole ingenuità,
come quando percorreva le contrade come un cantastorie
convinto di poter formare discepoli: in questo tempo di
pochi dialoghi, di poche riflessioni!
Allora si è fermato a meditare. E ora, specialmente
con le nature morte, pare uscire finalmente dai limiti dei 
facili racconti nello spazio amato della Valle: ora entra
nella poesia. E nel silenzio.

C’è perfino stupore, intorno alle cose nuove, come se fosse
egli stesso il primo a meravigliarsi.

E noi non possiamo che rallegrarci per questo passaggio

inatteso, che esprime insieme rinnovamento, evoluzione
e soprattutto maturità.

“ Un minuto davanti a ogni quadro”, raccomandava
l’indimenticabile Salvatore Maugeri.

Saremo capaci di sostare per il tempo giusto davanti
a queste opere che dicono della felicità di vivere,
ma anche della fatica quotidiana, delle ansie,
dei desideri e delle piccole soddisfazioni?

Non più candore, dunque, per questo uomo buono e
sorridente, ma consapevolezza e sapienza,fino
alla ricerca di una tecnica più sicura, più elaborata.

E la poesia. E il silenzio. 

  7  gennaio 2006                                     Bepi  De Marzi

 


 

 

PRESENTAZIONE DI  GERARDO COSSIO   ALLA  MIA PRIMA PERSONALE NEL 1982    S.  BORTOLO DI ARZIGNANO  (CIRCOLO m.c.l.)

 Il pittore arzignanese  LUIGI ROSSETTO opera con serietà ed entusiasmo, sotto la spinta di un’urgenza interiore alla non facile attività pittorica.

L’amore per l’arte ed il conseguente bisogno di esprimersi, sono la costante,il leit motiv, del viaggio esplorativo dentro e oltre la tematica classica della rappresentazione visiva; un viaggio intrapreso con animo sereno e sicurezza di mezzi, operando entro i confini di un descrittivismo di impostazione mentale, rivelando – tra evocazioni e ripensamenti – il grado di tensione in cui è giunta la ricerca espressiva dell’artista. Credo che in tempi di tanta confusione, di tanto sperimentare pur con tutto quello che di positivo comporta, la pittura del Rossetto sia come un’oasi, qualcosa di diretto e profondamente sentito, un’attenta indagine tesa ad intrattenere con la realtà un discorso puramente naturalistico istituendo un preciso e sobrio dialogo con gli avvenimenti esterni. Da qui dunque, conseguentemente, lo scaturire di un linguaggio che si va sempre più arricchendo di cospicui apporti visivi senza pur tuttavia subirli in pieno, arricchendosi o trasformandosi secondo l’indagine della realtà osservata, vissuta con partecipazione emozionale e effettiva.

Il paesaggio è il soggetto più caro all’artista; reso con fresca spontaneità , affidandosi ad un repertorio delicato e vibrante, ad un misurato senso tonale, ad un originale verismo permeato di lucidità mentale superante ogni passivo naturalismo di imitazione, ricollegandosi ad una poetica  che è molto predominante ed istintivo; indice sicuro di maturità raggiunta e ricchezza interiore.

Rossetto ha al suo attivo gia significativi successi; affacciandosi timidamente al vasto mondo dell’arte, ha ricevuto dal pubblico e dalla critica i consensi più lusinghieri.

Qui tutto ciò che è luce, colore, segno, spazio vitale giocano in rapporto di esigenze estetiche ben precise, di una freschezza e di una pulizia notevoli, il tutto soffuso da una vena di vibrante delicatezza reperibili anche nei toni più accesi e solari delle tele. E’ questa nota che forse dà la misura esatta della validità dell’opera del pittore arzignanese; uno spirito costretto volutamente entro i confini del proprio tormento, quasi una difesa di fronte a certi fatti esterni; portato per elezione ad analizzare il continuo addivenire del processo evolutivo, si raccoglie  entro una sorte di pausa interiore, di ponderata meditazione. Credo che in Rossetto – oltre alle doti espressive derivanti dalla sua autentica vocazione – sia degna di rilievo la costante aderenza alla realtà, una regola in cui il nostro pittore si distacca raramente con voli di fantasia, evidenziata da un segno spesso incisivo, inteso a costringere entro i limiti della tela l’esuberante carica vitale che emana dalla intelligente realizzazione delle sue opere. Realtà che, pur condizionando, non elude il rapporto psico-intellettuale al limite del nostro inquieto vivere.

 GERARDO COSSIO   (VICENZA 1982)


 

 COLORI DELLA MIA VALLE”  PRESENTAZIONE  SU “realtà ’ vicentina  n.21 IN OCCASIONE DELLA MIA PERSONALE ALLA GALLERIA “BOTTEGA D’ARTE”  IN ARZIGNANO :
Luigi rossetto e’ un poeta: i suoi versi non scorrono su caratteri di stampa, ma sfumano dai toni definiti di note di colore. Rivive nelle tele di Luigi l’irresistibile fascino arcano di certi luoghi:l’aura di mistero trasuda dal cercine spazio-temporale di un vedutismo semplice solo in apparenza. L’iter del maestro e’ un “feed back” retrospettivo sui luoghi della fanciullezza, rivisitati con l’incanto di un uomo capace di un dialogo con la natura. Come antico cacciatore,rossetto si apposta in anfratti,ma anziché animali impauriti ,prospettive esuberanti che riportano alle scaturigini della nostra civiltà. E' il canto dell’alta valle del Chiampo con le sue contrade abbandonate, con la vegetazione che sta riscoprendo le vestigia delle nostre “raise”, delle nostre obliate tradizioni, di un certo tipo di artigianato – il protagonista di remore sinfonie tradotte in effusioni cromatiche.il rapporto di Luigi con la materia pittorica e’ nervoso: con l’olio, poche pennellate sature delineano l’oggetto, quasi solchi di tela che caricano di tensione e di pathos l’immedesimarsi dell’artista con la realtà ed e’ fatto, il tocco sapiente, il guizzo stillante di umore che crea sciogliendosi la vertigine di un monte. Nelle nature morte il protagonista e’ spesso l’oggetto fatto a mano con i segni del vissuto,del lavoro,della fatica quotidiana che irradia una melodia di ambrato calore. E’ dunque il sale di una civiltà che entra nelle tele di rossetto, ed e’ qui che l’autore-poeta lo recupera, con un paziente lavoro di collazione e con un viaggio catartico che egli percorre dentro se stesso”.
10 OTTOBRE 2001 VICENZA -  MAX PAGGIN (pittore- illustratore –vignettista\caricaturista- scrittore) 
 


Bijo el scarparo-affresco
DURLO DI CRESPADORO (VI)




Tramonto in lessinia- acquarello 













 


 
“VIAGGIO NELLA MEMORIA”presentazione alla mia personale al palazzo delle terme di LEVICO TERME (TN) del critico d’arte PIER  ANTONIO TRATTENERO :
E'
impossibile sfuggire al fascino delle policromie di Luigi Rossetto, i passi rallentano davanti ai suoi quadri e l’occhio si sofferma ad esplorare minuziosamente quelle forme intrise di serenità e spontaneità. Non solo case, colline, nature morte, o volti che rilevano storie antiche ed attuali,anche pathos,vibrazione emotiva interiore. Non credo di sbagliarmi se vedo in questo artista l’essenza della comunicazione tra l’ambiente e la sua gente. A prima vista il linguaggio delle forme potrebbe sembrare semplice,occorre una lettura più profonda per interpretare le opere di rossetto occorre far partecipare il cuore. La policromia dei suoi quadri esprime un lirismo raffinato che innalza la comunicazione sul piano del sentimento. E’ percezione  dell’universale,di una legge d’amore che ognuno di noi può scoprire dentro se stesso. Oggi più  che mai abbiamo bisogno di manifestazioni vere, personalissime avanguardismo nichilista e insignificante. L’immagine è comunicazione, comunicazione diretta, realtà trasognata se vogliamo,ma pura e sincera,proprio come l’acqua delle fonti delle contrade tanto care a Luigi Rossetto. Una traccia di storia resta, un messaggio di tenerezza ci attende nelle sue opere.
Arzignano 1995   PIER ANTONIO TRATTENERO
 ( CRITICO D’ARTE)
 Recensione del poeta  MIRCO DONA’  :  …incarna luoghi ameni e villerecci, zone collinose, poggi boschivi e pianure verzicanti non tanto per risorgere il presente … ma l'eterno culto de ricordi …(Altavilla vic.)1995

 “I CIMBRI IN LESSINIA TRA PAESAGGIO E MEMORIE”
"
… e di nuovo inquietanti figure femminili, le anguane, felici e vere solo se nascoste agli occhi del mondo, grazie alla notte loro alleata. Danze lunari e urla notturne, mentre gli abiti molli fasciano i contorni nervosi di esili membra. Tra gli alberi la luna sorride divertita, conscia di essere l’unica invidiata spettatrice dei giochi infantili di queste femmine oscure. E l’inquietudine arriva all’ apoteosi, gelando il respiro in un vortichio di verde veleno dove,paura e angoscia materializzate, creano contorni di nere figure, ondeggianti, nel rauco agghiacciante richiamo di future sventure. Il cuore e’ in tumulto e invita a fuggire, ma gli occhi si sbloccano su scorci di dolcissimi paesaggi  e un infinito benessere si spande ovunque. Il mondo impetuoso di poco prima si trasforma in pacata serenità."
PRESENTAZIONE  ALLA MIA MOSTRA PERSONALE NEL MUSEO ETNOGRAFICO CIMBRO DI GIAZZA DI SELVA DI PROGNO – VR 1991 prof.ssa RENATA BOCCHESE  (critica d’arte e poetessa) 

“ Alcuni di questi esempi pittorici sono una sicura, sensibile attenzione della vocazione che lei si trova soprattutto riguardo al colore e ad una certa poetica”
 25 agosto 1991 verona (FEDERICO BELLOMI)

 


  Le Anguane - affresco
 

 


 
 “LE RAGIONI EMOTIVE NELL’INDAGINE DELLA NATURA E DELLE SUE STAGIONI NELLA PITTURA DI LUIGI ROSSETTO”
 Incorrerebbe in errore chi si attendesse di scoprire, nella pittura dello arzignanese Luigi Rossetto,uno sperimentatore di elementi materici di ascendenza più o meno gestuale da recuperare e rigenerare, assegnando loro una diversa funzione e destinazione nel processo organico del ricomporre.Non e’  in tale prospettiva che bisogna orientare l’interesse di chi osserva le prove di questo ancor giovane pittore, quanto invece nella misura in cui egli riesce a sottrarsi all’inerte trascrizione del già definito, accostandosi a ogni forma come a una parte stessa della natura della quale ripercorre gli itinerari, riviverne gli stimoli a ogni mutazione di andamenti di clima, di giorni e di ore. Per realizzare a pieno questo proposito Rossetto va in cerca di qui luoghi a lui famigliari, nei quali il suo occhio non si e’ mai stancato di indagare da fanciullo, per scoprire la ragione emotiva sempre nuova che lo lega a quei luoghi e a quelle immagini. Quasi tutti i suoi dipinti derivano da questa scopìa delle zone collinari dal territorio di Arzignano fin verso l’alta valle del Chiampo. Un campo visivo che ora appare ravvicinato, tanto che si individuano i confini delle terre e delle colture, ora invece allontanato fin dove la percezione comincia a farsi lieve da smarrire i contorni delle cose. Uno scenario, il suo,che che cambia col mutare delle stagioni e delle luci e che, appunto per questo, diventa sempre nuovo, stimolante di sensazioni e di emozioni. La pittura di Rossetto diventa così come un diario intimo, nel quale egli registra tutto ciò che prova e che ritiene possibile questo suo diario scandito della successione delle emozioni provate. La stessa cosa dicasi nei confronti della tematica dei fiori –
colti ancora freschi nella fragilità delle loro forme dal breve respiro vitale – e di alcune nature morte, proprio quelle pensate e sentite al di là del confine pretestuoso del motivo tradizionale dell’esercizio pittorico, ma come forme nelle quali si individua una ragione di vita”.
Prof. Salvatore  Maugeri (critico d’arte)    Lonigo  (VI)  1989


 

 
 

Presentazione critica del pof. E critico d’arte Giuliano Menato:
"...
ho sempre avuto simpatia per gli artisti che, indipendentemente dagli alti risultati qualitativi e dal superiore valore estetico delle loro opere, credono in quello che fanno, portano una grande passione al proprio lavoro. E non importa se essi sono professionisti o dilettanti, anzi, proprio tra questi ultimi,ho incontrato spesso degli autentici poeti., i quali, a dispetto del dominio del mezzo espressivo, sono in grado di rivelarci mondi sconosciuti, di farci toccare con mano verità che credevamo scomparse. Magari questi mondi e queste verità  sono  vicini  più di quanto pensiamo:siamo noi che non li vediamo, venute meno le condizioni interiori per mantenere un rapporto cordiale con ciò che ci circonda. Luigi rossetto, ha appreso l’arte del dipingere da buoni maestri, e’ uno dei pittori arzignanesi che non hanno mai smesso di credere nell’importanza della loro azione artistica, non fosse altro perché essa rappresenta una sorta di elevazione spirituale, oltre che culturale, dalla quotidiana “routine” nella quale il lavoro e il sacrificio sono una dura realtà Ma e’ soprattutto, secondo me una grande forza interiore, assecondata da disposizioni naturali, a spingerli ad instaurare un dialogo aperto con la natura, di cui avvertono l’irresistibile fascino. E così, a dispetto di mode correnti e di false avanguardie, essi la ritraggono d’istinto, nella varietà delle sue manifestazioni, cogliendo quegli aspetti che con l’opportunità del dettato formale ma la componente pittoresca del soggetto suggerisce. Nel far questo, scatta in loro una innata istintiva abilità nel costruire il quadro, per cui i risultati pieni di pathos e di trasporto nascono proprio da quel segno particolare,anche se troppo marcato, da quel colore acceso, pure se un po’ acerbo, da quella rappresentazione caricata,che talvolta enfatizza l’aspetto del vero. Alla fine ciò che ci prende e’ proprio quella foga espressiva che ha portato l’artista ad immedesimarsi visceralmente con quanto raffigura. Io considero, poi, questi paesaggi della nostra terra – la valle del Chiampo in particolare – come una testimonianza preziosa di un mondo rurale in via di estinzione, il quale affiora ormai solo attraverso le immagini primitive ma  autentiche di questi pittori. Luigi rossetto, a differenza di altri, è capace di raggiungere, in alcuni quadri, sorprendenti finezze, che superano, per la voluta ricerca di un armonia artistica,la riproduzione mimetica del dato oggettivo. Ciò succede quando l’uso del mezzo espressivo – disegno e colore – si piega  a  cogliere atmosfere che si percepiscono con la sensibilità dell’animo,non solo con l’acutezza della vista. Efficace nella resa della natura morta – alcune sono davvero rimarchevoli – rossetto e’ un piccolo maestro nell’uso sapiente dell’acquerello, che gli consente di fissare  sul foglio estenuate rarefazioni, sottili passaggi di toni, delicati riverberi di luce. E in questo, io credo,si misura,senza escludere alcuni olii particolarmente felici per fragranza cromatica, la dimensione di un temperamento oltre che la vocazione di un pittore. E’ commovente riconoscere l’amore che rossetto rivolge alla pittura, ma e’ consolante riscontrare che tanta dedizione lo porti a raggiungere l’ambito traguardo dell’arte"
1997 Arzignano,  prof. Giuliano Menato (critico d’arte).

(critica/recensione  del dott. Mario Tibaldo: pubblicata sul giornale di Vicenza 1999 in occasione della mia personale alla galleria d’arte “la rindola” di Durlo di Crespadoro VI: ”fatica dell’uomo nella natura”
"
e’ proprio la natura con la sua variabilità cromatica delle prospettive e delle stagioni il tema principale dell’autore, che sembra lasciarsi trasportare da emozioni giovanili, da entusiasmi fanciulleschi, da un vissuto ricco di contrasti ma capace di godere e di integrarsi con la natura ,con la serena pacatezza di una contrà disabitata,con l’aulico silenzio delle valli, con la bellezza di un verde e di un marron sapientemente dosati e magistralmente sfumati. Non e’ solo il paesaggio ad ispirare la pittura del maestro ma anche l’intenso e sconosciuto lavoro del contadino,il sudore profuso su una terra bella a vedersi quanto difficile a lavorarsi,che sembra associare l’uomo alla natura tanto che l’espressione dei volti rimarca la fatica,l’esposizione costante al sole e alle variabilità atmosferiche,la serena convinzione di vivere la propria vita,pur nel trascorrere del tempo e della giovinezza. Le tele esposte susciteranno impressioni e sensazioni proprie della terra di montagna proprie della semplice ed intensa vita del montanaro.)

 

 


Autunno in Lessinia - olio







Un giorno di ottobre -olio







ricordi  di scuola-olio





 

 

 
 

“Le anguane sono tornate a durlo” di Ferdinando Zampiva
"a Durlo in alta valle del Chiampo,dove il rispetto delle tradizioni e’ ancora vivo e sentito,la costruzione del residence (la betulla) inaugurato ieri ha dato l’opportunità a un pittore locale, l’arzignanese Luigi Rossetto, di continuare l’antica usanza di dipingere su muro. Tra Durlo e le anguane c’e’ una sottile complicità. E rossetto ha pensato bene di raffigurare proprio le anguane: le mitiche dee dell’acqua,le selvatiche donne delle notti di un tempo,che a Durlo più che altrove, hanno lasciato un segno  profondo nell’immaginario collettivo. Il nome di quelle arcane figure femminili e’ spesso evocato nella toponomastica locale soprattutto nelle leggende. Al chiaro della luna, le anguane stendevano il loro bianco bucato nei pressi dei sengi dei fojere, occupavano le caverne del pronecke, insidiavano i carrettieri dal caval bianco, pettinavano e accudivano i bimbi soli…nel suo affresco murale, dalle inconsuete dimensioni   (4,80x2,30),rossetto le raffigura mentre sono intente a lavare i panni. L’impronta collima con quanto la favolistica ha sempre aggiustato loro; ma il bravo pittore arzignanese le vede meno oscure e tenebrose del previsto. Anche l’ambiente che le circonda e’ quasi solare :un mondo vibrante di colori ritmicamente assemblati, pieno di richiami e avite immagini . Del resto, Rossetto e’ un maestro in questo campo .cresciuto alle pendici del monte calvarina, conosce molto bene la cultura popolare, le tradizioni e i luoghi più caratteristici dell’ alta valle del chiampo e della Lssinia orientale. Ama questa terra e ne coglie le emozioni più profonde.)
Recensione  del cantore della Lessinia orientale di
Ferdinando Zampiva (noto erborista e cultore della valle del chiampo) purtroppo scomparso qualche anno fa’, pubblicata sul giornale di Vicenza e il mensile  cimbri notizie – tzimbar naugaz  n.22 1999

Presentazione alla mia personale  2001 (i colori della mia valle) alla galleriabottega d’arte di arzignano il poeta  Severino Chiarello Monforte: “la magia del pittore Luigi Rossetto”
"E
ssendo chiamato a parlare del pittore Luigi Rossetto non posso dimenticare di quando il rossetto,ancora fanciullo e accompagnato dalla madre,veniva nella mia galleria in Arzignano a farmi vedere i suoi primissimi lavori .da allora e’ passata  tanta  acqua  sotto  i  ponti  del Chiampo  e  la  dote  innata, ,  la serietà e  volontà  che  il  Rossetto  fanciullo si e’ imposto , quale  prima condizione per proseguire nella sua costante ricerca di poter   migliorare  e  raggiungere  oggi  ad  essere  padrone  di  una  pittura  scevra  da  ripensamenti  o  titubanze  estetiche e da condizionamenti che minano la ricerca pittorica  dei  più, oggi, questo,  mi  consente e  mi  permette  di  manifestare  un  sereno  giudizio  su  questo  artista ,  confortato  anche  dalle  significative  premiazioni  e  segnalazioni  ottenute nelle  numerosissime mostre cui  rossetto a  partecipato  in  Italia e  all’estero."

 

 

Viaggio,colori e memorie della Lessinia

DURLO: LA NOSTRA “FIRENZE”

IL PITTORE LUIGI ROSSETTO ESPONE A DURLO DAL 1° AL 31 AGOSTO

DI PIERA PASQUALE

  Tradizionale appuntamento annuale con la personale del maestro Luigi Rossetto, aperta dal 1° al 31 Agosto, compresi tutti i sabati e le domeniche del mese, presso lo studio “La Rindola” di Durlo: qui il visitatore e gli amici potranno  ritrovare quel “cenacolo” artistico e quel clima cordiale che da sempre il noto artista residente ad Arzignano ci ha proposto. “Ho lavorato moltissimo ad affreschi murali in varie località- spiega Rossetto- ed è stato faticoso non tanto per l’esecuzione dei lavori, ma per il dover cercare di conciliare le mie proposte artistiche e quelle del committente; infine sono però soddisfatto del risultato.Ho anche trovato il tempo per riprendere a dipingere con tecniche miste:acquerelli,gessetti,tempere,oli…”. I quadri in mostra, realizzati con la tecnica del pastello, rappresentano scene di vita quotidiana degli antichi mestieri, sono particolarmente belli ad evocativi proprio per l’effetto “filtro”che dà questa tecnica. Il maestro eccelle con la tecnica dell’acquerello, ed anche a questa personale ci ha dato un saggio della sua bravura e sensibilità, andando a scovare luoghi e soggetti che sono destinati a rimanere memoria solo nei suoi quadri, dagli ineguagliabili colori. Forse trà qualche tempo, potremmo ritrovare i nostri luoghi della memoria attingendo alla sua sensibilità, i volti che ora ci sono famigliari,colti nella spontaneità del gesto quotidiano, della fatica e del riposo,della gogliardia e della melanconia, veri nella loro unicità, nei quadri do Rossetto. L’ estate di Durlo si anima di tanti artisti che hanno aperto i loro studi, forse richiamati da questo luogo di vocazione artistica: abbiamo avuto ottimi scultori in passato e ottime leve per il futuro, ma sembra scemare quella sana competizione degli anni passati quando il paese era tutto un rifiorire  di iniziative artistiche che sembrava quasi di essere in una “piccola Firenze”. Perché non pensare di proporre una bella collettiva  di pittura o di scultura in piazza con tanto di premio?

 

PIERA PASQUALE                                                Agosto 2005 da PUNTOVEST

 IN OCCASIONE DELLA MIA 38/A PERSONALE “VIAGGIO,COLORI E MEMORIE DELLA LESSINIA” ALLA GALLERIA (LA RINDOLA) 2005 


 

 

ARTISTI IN GALLERIA    (presentazione artista)

 Luigi Rossetto 

Se le tele fossero memorie, quelle di Luigi Rossetto sarebbero le più intime.

Pittore paesaggista coglie nell’atto pittorico quell’attimo che era lì un momento prima, che inesorabilmente fugge via, immortalando così quasi il respiro, il profumo, il suono e la luce presenti in quell’unico ed insostituibile momento della scena ritratta.

Così come in “il ponte del Corniolo”, “Memoria”, “Arzignano via Cisalpina”, solo lì immobili, come fossero luoghi incantati ed assorbiti dall’estro e lo spirito che li ha trasferiti vivi sulla tela.

Echi rivivono nelle stradine o fra i letti di ruscelli ogni volta che li si guarda, tentando quasi di abbandonare la tela per ritornare in vita nella nostra realtà.

Se il tempo offuscherà i ricordi, le memorie avranno tele come testimoni.

Opere di una spaziale ricerca cromatica, toni e profondità restituiscono la polidimensionalità della percezione emotiva indissolubile essenza di quella visiva.

 OmnisArte

 

Benito Picelli    (Poeta)     
L’artista esprime le più rustiche case delle contrade antiche,ascoltando il fruscio dell’aria e la musica degli uccelli che si infiltrano nei suoi colpi di pennello, leggeri e sfumati, nei suoi peschi, tetti, paesaggi, fiori e colline.
Dove la natura e il cielo aprono un arcobaleno di colori che creano un giardino d’amore.
L’artista Luigi Rossetto: pittore di grande sentimento umano che sa raccogliere pezzo per pezzo la sua grande capacità artistica oltre il tramonto. 
Benito Picelli    (Poeta)         
                                       Altavilla Vicentina  - Lì 15 ottobre 2005